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L’articolo mensile riservato ai soci, questa volta tratta di un episodio drammatico e pochissimo noto della Resistenza : la battaglia di Barletta del 12 settembre 1943. Privo di ordini specifici, il presidio della cittadina pugliese, sotto la guida del Col. Francesco Grasso, quel giorno si oppose, con poche forze e scarse armi, al potente invasore nazista che voleva occupare la città ed il porto. Le truppe corazzate e d’elite germaniche ebbero il sopravvento e la città venne occupata ; gli ufficiali, compreso il comandante Grasso ferito e tutti i nostri soldati, vennero inviati nei campi di concentramento in Polonia. In più, per vendicare la morte di un loro ufficiale ucciso dai barlettani, i tedeschi organizzarono una raccapricciante vendetta e fucilarono sommariamente undici vigili urbani disarmati e due netturbini del Comune , quale rappresaglia e monito. Qualche giorno dopo Barletta fu liberata dagli Alleati che risalivano la penisola.
Passarono gli anni e l’episodio stava finendo nel dimenticatoio, ma la costanza e la passione di un piccolo gruppo di cittadini e di studiosi, con alla testa la prof.ssa Maria Grasso Tarantino, figlia del colonnello, si batterono affinché a Barletta venisse assegnato il giusto riconoscimento per il glorioso fatto d’armi. Trascorsero ben sessantenni, ma finalmente nel 2003 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi assegnò la Medaglia d’Oro al valor militare alla città.
L’articolo evidenzia che l’evento fu precedente ad altri eroici avvenimenti, perfino all’eccidio di Cefalonia ed alle 5 giornate di Napoli e segnò il primo atto della Resistenza militare, ossia dei nostri soldati che, pur privi di ordini, presero le armi e si opposero all’occupante nazista ; da lì nacque, poi, il futuro nuovo Esercito repubblicano.
Ricordato che Barletta è quasi predestinata dal Fato come luogo di gloriosi combattimenti ( Canne, con Annibale nel 216 a.C., e la famosa Disfida del 13.2.1503 con Ettore Fieramosca ), l’articolo per la parte tematico-postale , è corredato da una decina di pezzi d’epoca ( sett.’43 ) e da buste ed annulli speciali attinenti agli avvenimenti esposti nel testo. L’autore è il socio Alberto Caminiti.
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